Questo sciopero coinvolge il personale dipendente di rinomate catene di distribuzione, tra cui Metro, Carrefour, Ovs, Esselunga, Zara, Kiko, Conbipel, Pam Panorama, A&O, Famila, iN’s Mercato, Ikea, Max Mara, Kasanova, Brico Center, Lidl, Arcaplanet, Tecnomat, Upim e Zara.
Le organizzazioni sindacali hanno proclamato otto ore di sciopero per la giornata del 30 marzo e hanno invitato i lavoratori a non rendersi disponibili anche per le due giornate successive, che sono festività. Non ci saranno manifestazioni di protesta, ma piuttosto presidi, flash mob e altre iniziative atte a sensibilizzare i consumatori riguardo alla causa dei lavoratori coinvolti.
Oltre alle catene già menzionate, sono interessate dallo sciopero altre grandi realtà del commercio al dettaglio come Conforama, Obi, Acqua & Sapone, Unes, Douglas e Marr.
La motivazione principale di questa protesta risiede nella mancata conclusione delle trattative tra le parti per il rinnovo del contratto di lavoro, che è ormai in scadenza da oltre 51 mesi. I sindacati lamentano la persistente indisponibilità di Federdistribuzione nel riconoscere adeguatamente i diritti economici dei dipendenti, nonostante il passare del tempo e le pressioni inflazionistiche che hanno eroso il potere d’acquisto dei lavoratori.
Dopo ore di trattative, le organizzazioni sindacali hanno deciso per lo sciopero a seguito di ciò che definiscono “pretese irrealistiche” da parte di Federdistribuzione. Quest’ultima, però, respinge tali accuse e sostiene di aver offerto agli impiegati un aumento di 70 euro lordi, a partire dal prossimo mese di aprile, come anticipo sui futuri aumenti contrattuali.
Tuttavia, le organizzazioni sindacali considerano tale proposta insufficiente e giudicano lo sciopero come necessario per ribadire le proprie richieste.
Federdistribuzione, dall’altra parte, reputa lo sciopero un atto di irresponsabilità grave e un’opportunità persa per giungere a una soluzione negoziata. Le imprese aderenti, nonostante il mancato accordo con i sindacati, si sono impegnate a garantire l’aumento salariale ai dipendenti, auspicando che le parti possano tornare al tavolo delle trattative per raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
Lo sciopero dei supermercati previsto per il 30 marzo 2024 mette a rischio la normale attività di spesa e shopping, coinvolgendo numerose catene di distribuzione e lasciando i consumatori con poche alternative per i loro acquisti di Pasqua. La situazione rimane in sospeso, con le parti in conflitto che sperano ancora in una risoluzione negoziata del conflitto.