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Ricciardi: «Il virus tornerà in autunno, portato dai giovani.

Pandemia finita con 40 giorni consecutivi a zero contagi»

«L’Italia è calda così, come è caldo il Brasile.

Questo virus si diffonderà fra i giovani, che diventeranno i vettori, i portatori di questa infezione e il problema sarà che, a causa della mancanza di misure di sicurezza da parte dei ragazzi, lo trasmetteranno a nonni e genitori e rivedremo di nuovo la pressione su sistema sanitario.

Questo si verificherà in autunno».

A dirlo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, presentando oggi il rapporto Osservasalute.

«Tutti i virus respiratori ritornano in autunno da quando esiste l’uomo – ha ribadito – ogni anno c’è una stagione in cui a causa del freddo e della capacità del virus di riprodursi grazie ad alcune condizioni, queste infezioni ritornano.

Se lo farà anche questo coronavirus? Lo conosciamo poco, ma siamo convinti di sì».

«La stragrande maggioranza dei contagi avviene attraverso le mani, quindi lavarle è un’abitudine che può controllare circa il 60% dei contagi, sembra strano perché si bada molto di più alla mascherina.

Il distanziamento fisico e il lavaggio delle mani da soli possono evitare quasi il 100% dei contagi», prosegue Ricciardi.

«Se in certe circostanze non si riesce a mantenere le distanze, e questo soprattutto negli ambienti chiusi», si deve indossare la mascherina, precisa.

«Non dobbiamo essere spaventati ma cauti sì, badare alla pulizia delle superfici e intraprendere tutti quei comportamenti utili fino a quando non si avrà il vaccino».

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Infine, sulla semplificazione dei tamponi per certificare la guarigione dal coronavirus «l’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto le sue valutazioni in funzione di Paesi come Pakistan, India, che sono nei guai fino al collo a causa della loro scarsa capacità diagnostica.

Questa va infatti riservata per individuare i nuovi casi.

L’Oms ha raccomandato anche che chi può, deve continuare.

La mia posizione, che ho rappresentato anche al ministro della Salute, è che l’Italia deve continuare a essere prudente».

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«Tecnicamente una pandemia si definisce terminata da 40 giorni consecutivi a zero casi nel mondo.

Siccome ieri si è avuto il record di singoli casi in un giorno, siamo ben lontani a livello mondiale, ma anche nazionale, dal raggiungere questo obiettivo», spiega ancora l’esperto che poi ribadisce:

«La raccomandazione primaria è quella del distanziamento fisico, tutto ciò che difetta in questo lo si paga poi in termini di contagi.

Agli operatori del turismo vorrei dire che se non c’è salute non ci può essere uno stato di benessere economico.

Se si torna a numeri importanti, si torna alle chiusure: ricordo che oggi Lisbona e una parte della Germania sono in lockdown e non si tratta di Nuova Delhi.

Prima o poi le disattenzioni si pagano e anche gli operatori del turismo devono essere responsabili nel far applicare le regole.

Fonte Il Messaggero