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Reddito di cittadinanza: ecco cosa cambia con il governo Draghi

“I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più perché i sussidi finiranno e se non si è fatto niente resterà la mancanza di una qualificazione professionale che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.

Dichiarazioni che ad un primo ascolto potrebbero sembrare una critica al Reddito di Cittadinanza, ma se ci soffermiamo e le analizziamo nel dettaglio non sembra essere proprio così. Draghi, infatti, si è limitato a criticare quei Governi che si limitano a riconoscere sussidi economici senza pensare ad interventi di lungo periodo; riconosce, però, l’importanza di questi, in quanto sono importanti per “sopravvivere”.

Reddito di Cittadinanza addio con il Governo Draghi?

Come prima cosa è bene chiarire che un eventuale Governo Draghi non avrebbe la necessità di cancellare il Reddito di Cittadinanza. D’altronde la misura piace all’Unione Europea, e un Governo fortemente europeista come quello che potrebbe nascere non avrebbe motivo per discostarsi da questa indicazione.

Inoltre il Governo Draghi avrà a disposizione circa 200 miliardi di euro del Recovery Fund, ai quali potrebbero aggiungersi le risorse del MES; non servirà, quindi, risparmiare sul Reddito di Cittadinanza per approvare le riforme.

Inoltre, anche un Governo istituzionale dovrebbe tenere conto della situazione di emergenza economica che stanno attraversando molte famiglie: lo stesso Draghi ha riconosciuto che i sussidi sono importanti per “sopravvivere”, ragion per cui questo non è di certo il miglior momento per tagliare una misura che nei mesi scorsi – e per quelli avvenire – è stata l’unica entrata mensile per molte famiglie.

Semmai bisognerà lavorare su ciò che circonda il Reddito di Cittadinanza. Perché il sostegno economico, come spiegato da Draghi, non è assolutamente sufficiente in un’ottica di lungo periodo. Serve la riqualificazione professionale: e non è un caso che nel Recovery Fund ci saranno investimenti per le politiche attive per il lavoro.

Il Reddito di Cittadinanza è anche una misura di politica attiva, ma questa parte non ha funzionato – anche causa pandemia – come si sperava. Servirà quindi potenziare questo aspetto, se non si vuole che il Reddito di Cittadinanza resti un sussidio “senza futuro”.