Quindi, un piccolo cambiamento può quasi passare inosservato anche quando sappiamo che c’è qualcosa di “fuori posto” lì.
CONTINUITÀ E DIFFERENZE DI CAMPO
Il nostro cervello presume che l’aspetto degli oggetti nel nostro ambiente sia lo stesso di quello che abbiamo visto un attimo fa, quindi può succedere che quando si cercano le differenze tra due immagini, finiamo per “scervellarci” per trovarle.
In realtà sono visibili ad occhio nudo, ma il nostro cervello è responsabile di nasconderli in modo da non essere confusi con il senso della vista.
“La continuità del campo appiana quella che altrimenti sarebbe una percezione agitata delle caratteristiche degli oggetti nel tempo”, ha spiegato David Whitney, professore associato di psicologia all’Università di Berkeley.
Secondo lo specialista, “questo è sorprendente, perché significa che l’accuratezza visiva viene sacrificata per il bene di una percezione continua e stabile degli oggetti”.