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PROGETTAVA L’OMICIDIO DEI GENITORI IN CHAT: 15enne DENUNCIATA DA UN AMICO

I genitori: cadiamo dalle nuove

Ma il tono dei messaggi, assicura chi li ha letti, non era affatto millantatorio o ironico.

Al punto che gli inquirenti hanno deciso di informare immediatamente i genitori e attivare le procedure del caso, servizi sociali, psicologi.

Scossi dalla notizia, mamma e papà si sono messi a disposizione delle forze dell’ordine e degli assistenti.

Vogliono capire cosa possa aver spinto la figlia a scrivere con tanta, irriconoscibile crudeltà: «Per noi è tutto così incredibile, non c’erano segnali in questo senso».

Litigi nella norma adolescenziale, nessuna particolare insofferenza alla famiglia. Non un rapporto idilliaco ma buono.

Analisi su cellulare e computer

Gli investigatori, che stanno analizzando telefonino e computer della ragazza, non escludono che dietro ci possa essere la mano nera di qualcuno.

Qualche setta, qualche sito che adesca e plagia adolescenti tramando piani criminali, sfide.

Qualcosa di simile al folle gioco social di Jonathan Galindo, balzato proprio di recente all’onore delle cronache per il suicidio di un bambino a Napoli.

Qui stiamo però parlando di adolescenti e di omicidio.

Trovandoci a poche decine di chilometri da Montecchia di Crosara, il pensiero non può che andare alla follia di Pietro Maso che quasi trent’anni fa massacrò a sprangate i genitori per l’eredità.

Ma quella era un’altra Italia. Non c’erano i social, non c’era la Rete.

Il delitto fu deciso al bar del paese con gli amici, dei quali lui era lo smargiasso trascinatore.

Nella vicenda di Bassano i social sembrano invece avere un ruolo fondamentale, almeno a livello di comunicazione.

La procura

E vengono alla mente anche Erika e Omar, anno 2001, altro caso tremendo, lei che progetta con lui di uccidere i genitori, forse per odio della madre, della famiglia perfetta dove lei si sentiva la pecora nera.

Anche questo non sembra essere il caso di Bassano.

Se davvero la quindicenne pensava di eliminare i suoi, sembra mancare un movente.

Come mancano alcuni dettagli fondamentali del delitto: tempi e modalità.

Nei messaggi non si parla né del come né del quando avrebbero commesso il crimine.

Ragion per cui la procura ha aperto sì un fascicolo ma contro ignoti e senza ipotizzare alcun reato.

«Per il tentato omicidio bisognava essere in presenza di un perfetto disegno criminale – spiega chi indaga -.

Se invece ci fosse la responsabilità di terzi ci potrebbe stare l’istigazione a commettere l’omicidio».

Terzi che, se esistono, potrebbero essere rivelati dal telefonino o dal computer.

Nel frattempo la ragazza, che dovrà essere sentita con le tutele garantite ai minorenni, è tornata a scuola.

Mentre i genitori sospirano e s’interrogano.