Pensioni: Gli Under 35 potrebbero ritirarsi a 74 anni con 1.000 euro mensili
Un futuro di pensioni incerto attende i giovani, poiché l’incrocio tra interruzioni lavorative e retribuzioni modeste potrebbe portarli a pensionarsi a un’età avanzata, intorno ai 74 anni, con un assegno mensile di poco più di 1.000 euro. Questa prospettiva emerge da uno studio condotto da Eures e il Consiglio Nazionale Giovani.
La sfida delle pensioni per la nuova generazione
La prospettiva pensionistica per i giovani sotto i 35 anni si preannuncia complicata, poiché si prevede che l’età pensionabile arrivi in ritardo e l’assegno sarà piuttosto modesto. Questa analisi proviene dal Consiglio Nazionale Giovani in collaborazione con il centro di ricerca Eures. A causa di redditi bassi e di carriere caratterizzate da interruzioni, sarà richiesto un lungo periodo di tempo per accumulare i contributi necessari per andare in pensione. Con il sistema contributivo “puro” applicato a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996, l’assegno medio si aggirerà intorno ai 1.000 euro, calcolato in base ai contributi versati.
I fattori critici: Salari modesti e carriere frammentate
Ecco alcuni dati rilevanti: secondo le stelle dell’OCSE due anni fa, coloro che sono entrati nel mercato del lavoro italiano nel 2020, all’età di 22 anni, potrebbero raggiungere l’età pensionabile a 71 anni, la soglia più elevata nell’ Unione Europea. Tuttavia, il Consiglio Nazionale Giovani ha proposto un tono ancora più cauto. La Presidente Maria Cristina Pisani ha dichiarato che la combinazione di discontinuità lavorativa e salari bassi per i lavoratori sotto i 35 anni porterà a un ritiro dal lavoro solamente in età avanzata, con importi pensionistici simili a quelli di un assegno sociale. Si stima che questa situazione riguarderà ben 9 milioni di lavoratori.