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Pasta. Siete sicuri di sapere cosa mangiate?

 

Tuttavia, la trafilatura in bronzo non è l’unico fattore che determina la qualità della pasta.

 

“I materiali usati sin da inizio secolo sono state leghe di rame, bronzo e alluminio, duttili per quando si dava forma alle incisioni con martello e scalpello e resistenti per non ovalizzarsi sotto la spinta della pressione – sottolinea Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi, Antonio Amato e Pastificio Di Martino -. A queste caratteristiche si arrivava con leghe, poi il rame è stato abbandonato per via dell’ossidazione”.

 

Il bronzo, già di suo lega (principalmente rame e stagno), non è il solo materiale, c’è anche il Br-Al, lega di bronzo all’alluminio, con alta resistenza meccanica, adatta alla realizzazione di componenti sollecitati sia a caldo che a freddo, e con ottima resistenza alla corrosione. “A una trafila è necessario di sostenersi senza deformarsi sotto la pressione di estrusione, ma anche che funzioni in maniera armonica e costante. È incastonata su una testata – anello che ne mantiene solo la parte perimetrale – che con la pressione si può incurvare, e ha sempre avuto una serie di strumenti a protezione.

Nell’impasto possono esserci impurità e agenti estranei, per evitare che entrino in contatto con la trafila vengono inserite una rete di metallo molto sottile che ferma le impurità e, da inizio secolo scorso, le piastre di compensazione”. Queste ultime in br-al o acciaio fanno confluire l’impasto, non su tutto il disco, ma solo sui punti trafilanti: “Non ha senso che tutta la trafila venga colpita dalla potenza dell’impasto sollecitato dalla madrevite” conclude Di Martino.