La lettera sostiene anche che è “vitale” aumentare la ricerca e lo sviluppo di vaccini e cure e di “coordinarsi al livello internazionale” per svilupparli e produrli.
“Sviluppare un vaccino”, si legge nel testo, “è un compito enorme e costoso, una strategia europea comune ha un grande valore aggiunto”.
Anche sulla diagnostica, le cure e la condivisione di dati sanitari i sei suggeriscono una maggiore convergenza europea.
Quanto ad eventuali riforme, il documento punta a “esaminare l’opzione di linee guida più permanenti dell’antitrust in casi di pandemia” per consentire “limitate e temporanee collaborazioni tra aziende”.
La Ue deve anche imparare a “trovare nuovi partner commerciali” per “diminuire la dipendenza dalle catene delle forniture da singoli Paesi”.
Un chiaro riferimento alla Cina e ai colli di bottiglia nella fornitura delle mascherine durante il Covid19.
Infine, per incoraggiare un ritorno delle produzioni in Europa di determinanti farmaci, indumenti e vaccini che si sono rivelati vitali durante il coronavirus, il testo suggerisce che ci sia un impegno “pubblico” a comprare prodotti sanitari.
E che la Ue introduca “incentivi” perché le imprese riprendano a produrre beni in questi campi.