Tuttavia, Avella ha dichiarato che la maggior parte dei soldi che ha donato alla presunta veggente doveva essere destinata per la collina delle apparizioni. Inoltre, Avella ha affermato di aver iniziato a versare 300 euro al mese nel 2020, dopo che Gisella Cardia gli aveva detto che il marito a causa del Covid lavorava part-time e guadagnava la metà dello stipendio.
La vicenda si arricchisce di un’altra denuncia fatta dall’investigatore privato Maurizio Cacciotti, che ha denunciato il marito di Gisella Cardia, Gianni Cardia, presso i carabinieri della stazione di Colleferro. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Gianni Cardia avrebbe raccolto la somma di 30mila euro da una persona per avere venduto miracoli. I proventi sarebbero poi scomparsi nel nulla, dietro la promessa di progetti non ben definiti.
La denuncia di Cacciotti si aggiunge ad altri elementi raccolti dalla Procura di Civitavecchia, che ha avviato un’inchiesta per capire se i coniugi Cardia abbiano raggirato i devoti.
La vicenda intorno alla presunta veggente di Trevignano continua a far discutere, attirando l’attenzione dei media e dei fedeli. Molti, infatti, credono fermamente alla veridicità delle apparizioni della Madonna, mentre altri si chiedono se tutto ciò non sia altro che una truffa ai danni dei creduloni.
C’è da dire che la Chiesa Cattolica non riconosce le apparizioni di Trevignano come autentiche, e pertanto non le considera devozioni valide. Tuttavia, non mancano i fedeli che si recano in pellegrinaggio sul luogo delle presunte apparizioni, alla ricerca di una risposta alle loro domande e di un conforto spirituale.