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Lutto nel mondo del cinema: morto il grande regista, era ricoverato per covid

L’attività di critico cinematografico

Dopo aver combattuto da partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasferì a Roma negli anni Cinquanta dove continuò la sua carriera nel mondo del cinema, affiancando come aiuto, registi del calibro di Gillo Pontecorvo, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo.

Il cinema fu sempre la sua casa,  nonché la sua più grande passione, tanto che prolifica fu la sua attività da critico cinematografico, scrivendo per il quotidiano L’Unità e fondò, con Tullio Kezich e Callisto Cosulich, il Circolo del Cinema di Trieste.

I suoi lavori per la televisione
Non solo grande schermo per Franco Giraldi, ma negli Anni Settanta si avvicinò anche alla televisione. Lavorò, infatti, nella regia televisiva firmando sceneggiati come La rosa rossa (1972), Il lungo viaggio (1975), tratto da Dostoevskij, Danubio (1991). Nel 2009, dopo essere rimasto vedovo della moglie, Palmira Petrongari, sposata quattro anni prima, torna in Friuli Venezia Giulia, dapprima a Gradisca d’Isonzo, poi a Trieste.

Per la televisione ha realizzato tra l’altro una serie dedicata a Pepe Carvalho, l’investigatore dei romanzi di Manuel Vázquez Montalbán. Ma ha dedicato un certo impegno nella realizzazione della fiction L’avvocato Porta, con Gigi Proietti.

Nella sua carriera ha potuto dirigere grandi nomi del cinema italiano come Monica Vitti, Senta Berger, Luigi Proietti, Renzo Montagnani, Omero Antonutti, Laura Morante, Mariangela Melato, Raul Bova, Claudia Pandolfi, Ornella Muti, Maria Grazia Cucinotta, Gabriella Pession, Ottavia Piccolo.

Tra le sue opere di spiccato successo c’è, senza dubbio La giacca verde, tratto dall’omonimo racconto di Mario Soldati che, d’altronde, è stato un suo grande amico.