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“Liberi per un mese e poi…”. Svelato il piano del governo

La risposta del capo di gabinetto è chiara: “Dipende dai momenti.

La realtà è in chiaroscuro. Talvolta il governo si appoggia al Cts, talvolta lo fa un ministro a spese di un altro. Talvolta le parole del Cts sono pietre, talvolta evaporano nel tragitto verso Palazzo Chigi”.

Come se non bastasse il Cts “non è un monolite”. Anzi: si tratterebbe, a detta della fonte, di un “consesso di accademici e primedonne della sanità romana, con un certo numero di grand commis ministeriali.

Certi giorni potrebbe essere una serie tv di Netflix, certi altri un remake di Brancaleone alle Crociate”.

Sul tema dei documenti del Cts, i rapporti non verrebbero desecretati per un motivo molto semplice: l’intera gestione emergenziale sarebbe fondata sul segreto. “Segreti i piani del Next Generation Ue.

Segreti i nomi delle aziende che vincono la gara sui banchi scolastici.

Segreti i report con idati sanitari. Segrete le riunioni delle task force. Segreti i protocolli dei fondi Sure”, ha fatto notare la solita fonte.

Dissidi politici

La gestione dell’emergenza Covid ha evidenziato scontri e dissidi politici. “La pandemia viene gestita con i soliti schemi della lotta politica.

Governatori contro governo. Sindaci contro governatori. Pezzi di maggioranza contro la maggioranza. Pezzi di opposizione contro l’opposizione”.

“E naturalmente, ma più per obbligo di copione che per convinzione”, ha aggiunto la fonte. Insomma, ci troviamo di fronte a una sorta di lotta per la sopravvivenza.

Per quanto riguarda i Dpcm, “si scrivono sempre a Palazzo Chigi sotto dettature di Conte”, ha svelato il capo di gabinetto, aggiungendo che questo particolare spiegherebbe come mai nell’ultima bozza definitiva “sia scomparsa la chiusura dei parrucchieri”.

“Cosa che a noi non è sfuggita, al pari del nuovo colore dei capelli del presidente del Consiglio”, ha aggiunto.

Da un punto di vista strettamente politico, Conte è consapevole di essere debole in questa fase e quindi “cerca sponde”, sia istituzionali che politiche.

Proprio da qui deriverebbe la guerra con le Regioni e l’apertura “necessaria e obbligata, su sollecitazione ormai quotidiana del capo dello Stato” all’opposizione. Una smossa, quest’ultima, “tardiva e destinata al fallimento”.

fonte il giornale.it