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Il montaggio dietro alla discussa frase del papa sugli omosessuali

In più, la parte precedente questi tre estratti nel documentario lascia intendere che il papa parli delle c.d. “famiglie omoparentali”: vi si presenta infatti la testimonianza di un omosessuale venuto a chiedere al Romano Pontefice se i suoi figli (da lui spacciati per “adottati” mentre erano stati ottenuti da utero in affitto – cioè commissionati, prodotti e comprati, pagando la scomparsa della madre) potessero essere accolti in una parrocchia. Il papa, dice l’uomo, gli avrebbe raccomandato di presentare con trasparenza la loro situazione famigliare (cosa che non era stata fatta neanche con lui).

Un ultimo estratto tagliato in fase di montaggio

Il quarto estratto, montato dietro ai tre precedenti, non appare nella versione originale, e sembra essere stato tagliato dalla giornalista messicana: non c’è neppure nella trascrizione ufficiale dell’intervista su Vatican News. S’individua però nel video il punto del taglio (molto ben fatto) e sembra che l’ultimo passaggio debba venire proprio da lì. Per ora nessuna informazione permette di sapere come il realizzatore russo-americano ne sia venuto in possesso.

Il contesto corrisponde: la giornalista messicana nota che papa Francesco si era opposto al “matrimonio” omosessuale quando era arcivescovo di Buenos Aires in Argentina, e che paradossalmente dal suo arrivo a Roma aveva affermato di sentirsi percepito come “molto più liberale” di quanto non fosse nel suo paese di origine.

La risposta del papa comincia così: «Ho sempre difeso la dottrina. È curioso, per quanto riguarda la legge sul “matrimonio omosessuale”… è incongruo parlare di “matrimonio” omosessuale». Nel video la giornalista gli pone allora una domanda, ma la fine della citazione troncata del documentario Francesco ha ottime probabilità di essere stata presa da lì, tanto il taglio è visibile e la concatenazione sembra coerente: «Quello che dobbiamo fare è una legge sulla convivenza civile: hanno diritto di essere legalmente tutelati. Io ho difeso questo». Da notare che l’espressione “convivenza civile” (“convivencia civil” in spagnolo) è tradotta nella sottotitolazione inglese del documentario con “civil union”.

Il regista sorpreso dalla polemica

Insomma un quadro molto meno inedito e deflagrante di quanto lasci intendere il montaggio di Francesco. Essa può del resto essere ricollegata a prese di posizione più datate di papa Bergoglio. Dichiarazioni quasi identiche erano già state rilasciate nel libro-intervista Politica e società (2017) con il sociologo Dominique Wolton, in cui il papa dichiarava:

Il “matrimonio” è un concetto storico. Da sempre, nell’umanità, e non soltanto nella Chiesa, si tratta di un uomo e una donna. Non si può cambiare questa cosa così, come se niente fosse […]. È la natura delle cose, è così. Chiamiamole allora “unioni civili”.

Il regista Evgeny Afineevsky, omosessuale ed omosessualista militante che già nel 2009 aveva prodotto un lungometraggio sulla questione dell’inclusione famigliare degli omosessuali in una famiglia giudaica, ha «espresso la propria sorpresa», dopo la première a Roma, stando a quanto riporta The Philadelphia Inquirer stamattina, 22 ottobre. Egli afferma di stupirsi che «le dichiarazioni del papa abbiano creato una tale tempesta». Secondo lui il papa

non cercava di cambiare la dottrina, ma esprimeva semplicemente la sua convinzione che gli omosessuali debbano godere dei medesimi diritti degli eterosessuali.

Si noti che il regista è stato ricevuto dal Santo Padre nella mattina precedente la proiezione. Sul suo account Instagram, Evgeny Afineevsky dichiara di essere stato accolto per quell’udienza con una «torta di compleanno». Un 30-30 minuti del film (cioè meno di un terzo dell’intero prodotto) sono stati proiettati in agosto in Vaticano alla presenza del papa, secondo quanto il regista avrebbe confidato alla vaticanista americana Cindy Wooden.

Polarizzazione delle reazioni nella Chiesa

Per ora le reazioni sembrano ignorare la confusione che è stata prodotta dal montaggio di Evgeny Afineevsky: su Twitter padre James Martin, gesuita americano che auspica un’“apertura” agli omosessuali cattolici, ha salutato le dichiarazioni del papa come «un grande passo in avanti nel sostegno della chiesa alle persone LGBT».

Il fatto che il papa parli positivamente di unioni civili – ha aggiunto – manda pure un messaggio forte lì dove la Chiesa si è opposta a quelle leggi.

 

Dall’altra parte, mons. Thomas Tobin di Providence (USA) ha chiesto (in un comunicato) dei chiarimenti:

La dichiarazione del papa contraddice chiaramente l’atavico insegnamento della chiesa sulle unioni omosessuali. La Chiesa non può sostenere che si accettano relazioni oggettivamente immorali.

Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, che ha visto il documentario nella première a Roma, parla da parte sua di un film costruito con piccoli estratti di video. «Non c’è niente di nuovo: quel che mi colpisce è la capacità di ascolto di Francesco», ha affermato in un’intervista rilasciata a L’Avvenire.

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