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“Ho dolori alle gambe”, poi la tragedia. Jonathan è morto a soli 25 anni dopo una partita di calcetto.

Si veste, beve il caffè e fuma la sua solita sigaretta. Poi si reca al campetto per la consueta partita di calcetto con gli amici. Negli ultimi tempi, complice la pandemia, aveva giocato poco.

“Ci voleva proprio”, dirà alla compagna una volta rientrato a casa intorno alle 10:20. Poco dopo, però, inizia a sentirsi affaticato. Le gambe cominciano a fargli male. È intorno alle ore 11:15 che il dolore si estende alla schiena e al petto. Poi la corsa in ospedale e la lunga e logorante attesa.

“Sentivamo i macchinari che lo stavano rianimando”, racconta ancora frastornata la compagna. Poco dopo, però, Jonathan muore improvvisamente.

ORA LA COMPAGNA CHIEDE GIUSTIZIA

“Non so cosa sia successo, non so la realtà. Non so se sia stato perso tempo”, spiega Rossella chiedendo giustizia. A lei si unisce un coro di voci, una comunità intera.

Il fratello di Jonathan, Michele Spano, è in prima linea per combattere questa battaglia. Oggi, Rossella e le sue piccole stanno ricevendo il sostegno di Rete Smash Gargano, che ha aperto una raccolta fondi.

Sulla piattaforma, la campagna ha già superato i 6mila euro, ma l’obiettivo da raggiungere è ancora lontano.

“Anche se non ci sei più io lotterò per te, questo dolore che ci hanno creato lo pagheranno! Con le unghie e con i denti non mollerò mai”, scrive su Facebook la ragazza. Una vicenda che non può lasciare indifferenti.( di Gabriele G.)