L’International Women’s Media Foundation, in un toccante messaggio pubblicato su X (ex Twitter), ha espresso il proprio cordoglio e ha lanciato un appello alla comunità internazionale: “Indipendentemente dalla causa della sua morte, possiamo dire con certezza che la sua vita è stata tolta perché ha osato dire la verità. Ci auguriamo che la sua morte non sia vana: la comunità internazionale deve fare pressione sulla Russia affinché cessi di prendere di mira i giornalisti e di mettere a tacere la libertà di stampa”.
Il contesto della guerra e il ruolo dei giornalisti
Il conflitto tra Russia e Ucraina, scoppiato con maggiore violenza a partire dal febbraio 2022, ha portato a una situazione estremamente difficile per i giornalisti che operano nella regione. Le minacce alla loro incolumità, le detenzioni arbitrarie e, in alcuni casi, la morte, sono diventate purtroppo realtà quotidiane per chi cerca di raccontare ciò che sta accadendo sul campo. Il caso di Victoria Roshchyna non è isolato: molti giornalisti, sia ucraini che internazionali, hanno subito intimidazioni, arresti e attacchi diretti nel tentativo di silenziare le loro voci.
Il giornalismo, in tempo di guerra, assume un ruolo cruciale. Non si tratta solo di riportare i fatti, ma di documentare le atrocità, fornire informazioni al pubblico internazionale e mantenere una cronaca storica degli eventi. Per questo motivo, i giornalisti diventano spesso bersagli. La morte di Victoria Roshchyna è un tragico promemoria del prezzo che molti pagano per il loro impegno verso la verità.
Il tributo dei colleghi e della comunità giornalistica
Dopo la notizia della sua morte, molte sono state le manifestazioni di cordoglio e omaggio nei confronti di Victoria. La redazione di Ukrainska Pravda, per la quale scriveva regolarmente, ha pubblicato un commosso tributo. Petro Yatsenko, capo servizio della testata, ha dichiarato: “Purtroppo, le voci sulla morte di Victoria sono state confermate. È una notizia estremamente triste per noi e per tutto il giornalismo ucraino”.
La sua morte ha toccato profondamente anche altri giornalisti che operano in situazioni di conflitto. Molti hanno sottolineato come il suo coraggio e la sua determinazione rappresentino un esempio da seguire, ma anche un monito sui pericoli che chi esercita questa professione si trova ad affrontare in contesti di guerra.
Un appello alla libertà di stamp
La scomparsa di Victoria Roshchyna evidenzia ancora una volta la vulnerabilità dei giornalisti nelle zone di guerra e l’importanza di garantire protezioni adeguate a chi svolge questa professione. La libertà di stampa, pilastro fondamentale di ogni società democratica, è spesso la prima vittima nei conflitti armati e sotto regimi autoritari.
Organizzazioni internazionali per i diritti umani e associazioni di giornalisti hanno chiesto alle autorità russe maggiore trasparenza riguardo alla detenzione dei reporter e il rispetto delle norme internazionali sui diritti umani. Allo stesso tempo, hanno esortato la comunità internazionale a non dimenticare il sacrificio di chi, come Victoria, mette a rischio la propria vita per raccontare la verità.