L’intervista al Corriere: “Siamo finiti in analisi”
Marco (50) e Marianna (55), figli di Gianni Morandi, sono fieri di portare il cognome del padre (nonostante in alcune circostanze si sia rivelato un peso) e di essere cresciuti con la sua figura come guida. Eppure i due non si sono tirati indietro nel riportare un racconto poco edulcorato della propria infanzia rivelandone luci e ombre. “Ci è mancata la leggerezza” ha sintetizzato amaramente Marianna.
Dall’intervista dei due fratelli traspare infatti un’immagine autorevole, rigorosa e severa che non siamo abituati a vedere associata al cantante. «Il nostro problema è che non potevamo mai sbagliare, eravamo “i figli di”, sempre con lo sguardo degli altri puntato addosso, da come ci vestivamo a come ci comportavamo» ha rivelato Marco nell’intervista al Corriere della Sera spiegando che entrambi sono ricorsi all’analisi per venire a capo della confusione interiore.
Gianni Morandi, i figli rivelano i dettagli dell’infanzia
L’indagine dell’intervistatrice del Corriere, Elvira Serra continua cercando di sviscerare i dettagli del rapporto tra Gianni Morandi e i due figli. A domanda diretta per sapere se il cantante fosse o meno severo Marianna risponde senza esitazione: «Di più! Mi ripeteva: se vuoi fare qualcosa, devi essere la numero 1. Vuoi cantare? Devi essere come Liza Minnelli. Vuoi fare l’attrice? Allora come Monica Vitti, che peraltro al mare da mia madre in Sardegna mi diceva sempre che dovevo fare l’attrice comica. Capisce perché a un certo punto mi sono tirata fuori?». Un’eccessiva pressione che alla fine si è rivelata controproducente creando ancora più incomprensioni tra padre e figlia.
Marco e Marianna: “C’è mancata la presenza di papà”
«Suo padre disapprovò la decisione di smettere di recitare per fare solo la mamma.» incalza Elvira Serra: «E aveva ragione. – risponde Marianna -Anche mia madre e mio fratello non erano d’accordo. Io però ho scelto, non ho rinunciato: volevo farlo. Però, se avessi una figlia femmina non le suggerirei di fare così». Marco ha poi continuato rivelando quelli che sono gli elementi che sono mancati nella loro infanzia, apparentemente così privilegiata. «Ci sono mancate cose banali: il gelato con papà, la pizza il sabato sera. Lui veniva sempre preso d’assalto. Forse solo a Monghidoro riuscivamo a mangiare un gelato insieme». E Marianna conclude: «Non direi l’affetto, ma la presenza sì».