Invalido “Falso” condannato a 7 anni
Dovrà ridare 98mila euro all’Inps
La doppia vita di Guglielmo
L’uomo, che per gli investigatori faceva una doppia vita, muovendosi senza difficoltà a casa e fingendo di essere costretto su una carrozzina in tutte le altre occasioni, è stato condannato per un centinaio di capi di imputazione
Condanna con rito abbreviato a 7 anni, 8 mesi e 15 giorni di reclusione per Roberto Guglielmi, il 57enne di Firenze accusato di essersi finto invalido per percepire la pensione d’invalidità e altri emolumenti.
L’uomo, che per gli investigatori faceva una doppia vita, muovendosi senza difficoltà a casa e fingendo di essere costretto su una carrozzina in tutte le altre occasioni, è stato condannato per un centinaio di capi di imputazione.
Disposte dal giudice Antonella Zatini anche provvisionali per un valore complessivo di 98.000 euro a favore di Inps, Asl Toscana Centro, Società della Salute di Firenze e Azienda ospedaliero universitaria di Careggi.
Cosa è emerso dalle indagini:
Secondo le indagini coordinate dal pm Christine Von Borries e condotte dalla squadra mobile, dal 2012 al 2018 l’uomo, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta nell’aprile del 2019, avrebbe percepito senza averne alcun titolo dall’Inps circa 80 mila euro a titolo di pensione ordinaria di inabilità e oltre 57 mila euro a titolo di pensione di invalidità civile e di accompagnamento.
Contestata anche la percezione di 117.600 euro nell’ambito di un progetto della Società della salute dedicato ai portatori di handicap e di circa 15.000 euro di contributi economici da parte del Comune di Firenze.
Per avvalorare la sua condizione di disabilità ha affrontato numerosi ricoveri in strutture ospedaliere pubbliche e private.
I capi di imputazione:
I reati per i quali era imputato erano di truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità ideologica in atti pubblici, sostituzione di persona e maltrattamenti verso la convivente.
Secondo la perizia psichiatrica disposta dal giudice Zatini, Guglielmi era capace di intendere e di volere al momento dei fatti contestati.