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Donna incinta positiva al Covid, nella notte arrivato il plasma per tentare di salvarla

De Donno spiega i dettagli della terapia al ‘plasma iperimmune’ e puntualizza:

“Il bello è che il nostro modello non varrà solo per il covid, ma in generale per tutte le manifestazioni virologiche che potrebbero presentarsi in futuro.

Non utilizzare il ‘plasma di convalescenza’ non è un peccato veniale, ma un peccato mortale.

Dico questo perché fino a questo momento abbiamo avuto qualche ostacolo per esportare questa terapia.

L’ospedale San Matteo di Pavia è stato il capofila della sperimentazione con l’ospedale Carlo Poma di Mantova, ma siamo rimasti in due.

Adesso si stanno muovendo altri centri medici, che stanno vedendo il nostro grado di soddisfazione sui primi 50 pazienti – prosegue.

C’è Padova che è pronta a partire col nostro protocollo.

E tutto questo per noi è fonte di gioia, siamo orgogliosi che questo protocollo venga esportato.

In questo momento, grazie ai nostri appelli social e televisivi ai donatori di sangue, solo oggi ho ricevuto 300 email di persone guarite da covid, che hanno espresso la volontà di donare il plasma.

Con la plasmaterapia riusciamo a svezzare i pazienti dalla ventilazione meccanica in tempi rapidissimi:

se prima erano necessari circa 15 giorni, adesso riusciamo a dimetterli dopo 5-6 giorni, ma già dopo 24 ore iniziamo il percorso di svezzamento dal ventilatore meccanico.

In realtà, siamo molto cauti, perché potremmo svezzarli anche prima delle 24 ore.”.

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