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Coronavirus, morta Lea Vergine: aveva 82 anni. Ieri era morto il marito, Enzo Mari

Ha posto in rilievo (in «L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940.

Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche», Mazzotta, 1980) la funzione delle donne nei fenomeni artistici della prima metà del XX secolo, apportando un contributo fondamentale sia nell’approccio critico sia nella rivalutazione dell’opera artistica femminile.

Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano: «Attraverso l’Arte/Pratica Politica» (Arcana, 1976); «L’arte ritrovata» (Rizzoli, 1982); «L’arte in gioco» (Garzanti, 1988); «Gli ultimi eccentrici» (Rizzoli, 1990); «L’arte in trincea. Lessico delle tendenze artistiche 1969-1990» (Skira, 1996); «Body art e storie simili.

Il corpo come linguaggio» (Skira, 2000); «Ininterrotti transiti» (Rizzoli, 2001); «Quando i rifiuti diventano arte. Trash rubbish mongo» (Skira, 2006); «Parole sull’arte 1965-2007» (Il Saggiatore, 2008); «La vita, forse l’arte» (Archinto, 2014). Nel 2016 il testo autobiografico «L’arte non è faccenda di persone perbene» (Rizzoli), scritto in collaborazione con Chiara Gatti, ne ha compiutamente ricostruito il percorso umano e artistico.

Lea Vergine ha curato altrettante numerose mostre, tra cui: «L’altra metà dell’avanguardia», Milano, Palazzo Reale, Roma, Palazzo delle Esposizioni, Stoccolma, Kulturhuset (1980-1981); «Arte cinetica e programmata», Milano, Palazzo Reale (1983-1984); «Geometrie dionisiache», Milano, Rotonda della Besana (1988); «Quando i rifiuti diventano arte / Trash», Musei di Trento e Rovereto (1997-1998). Nel 1991 ha curato il convegno «Arte: utopia o regressione?» a San Marino; e nel 1996 il convegno «La scena del rischio» alla Galleria Civica di Torino.