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Conte prorogherà lo stato d’emergenza per Covid fino a fine 2020: cosa significa e cosa comporta

In sostanza si possono emanare provvedimenti relativi all’emergenza in deroga alle norme vigenti, il che consentirebbe di farlo nell’immediato.

Anche in caso di misure limitanti per la libertà individuale, come avvenuto per esempio con il lockdown.

La proroga dello stato d’emergenza viene ritenuta importante perché consentirebbe al governo di varare le misure urgenti senza passare per l’approvazione del Parlamento, riducendo così i tempi della loro entrata in vigore ed efficacia.

Dai dpcm alla seconda ondata: le motivazioni della proroga

Lo stato d’emergenza permetterebbe di proseguire con l’utilizzo dei dpcm, tanto utilizzati durante la fase di massima emergenza, per emanare alcune norme.

Non solo, perché a beneficiarne sarebbe anche la Protezione Civile, che potrebbe continuare ad acquistare le mascherine e altri dispositivi senza ricorrere alle classiche procedure di gare che rallenterebbero i tempi.

Inoltre si garantirebbe più libertà di movimento al commissario Domenico Arcuri, anche in vista della fornitura delle mascherine alle scuole con il nuovo anno scolastico.

Non a caso a spingere nella direzione della proroga ci sono anche il Comitato tecnico scientifico e il ministero della Salute.

La necessità della proroga, al momento, sembra derivare più dalla situazione della pandemia a livello globale che dalla diffusione in Italia, dove al momento il virus è più sotto controllo.

Non avviene, però, altrettanto all’estero e il rischio di casi importati è molto elevato.

Così come quello di nuovi focolai e l’ipotesi di avere a disposizione strumenti immediati per eventuali strette, limitazioni e chiusure viene ritenuta fondamentale.

Il timore principale, quindi, è quello di una seconda ondata in autunno.

E se così dovesse essere il governo e Conte vogliono farsi trovare pronti e avere gli strumenti adatti, come i dpcm, per intervenire immediatamente e provare a contenere eventuali nuovi focolai.

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