“Ci siamo conosciuti nel febbraio del 2010 – racconta – Io ero su una panchina di piazza Vittoria a Como, lui mi ha fissata dieci minuti senza degnarmi di un saluto.
Ad aprile mi ha offerto l’ombrello perché minacciava pioggia”.
Poi, un giorno, scattò la scintilla.
“In poco più di un’ora mi ha raccontato tutta la sua vita – aggiunge Silvia – Mi ha insegnato che dimostrare affetto e amore non è un male.
Non ero abituata a farlo, essendo cresciuta senza abbracci ed espressioni di affetto”.
“Di lei mi piace tutto, anche se ha un bel caratterino”, dice invece lo sposo della moglie.
Silvia e Alessandro vivono da dicembre nel dormitorio Emergenza freddo della Caritas, che li aveva portati lì dopo averli trovati sotto i portici della basilica del Crocifisso.
Ma fra poco torneranno all’aperto, perché Como non ha un dormitorio fisso, quello della Caritas è stagionale.
“Ci sono tante persone benestanti che potrebbero aiutare i senzatetto a non tornare in strada, dando un’opportunità di lavoro e mettendo a disposizione un posto dove andare a dormire.
Quando il dormitorio chiuderà torneremo tutti per strada.
Io sono malata, ma non sono sola; io e Ale ci sosteniamo a vicenda.
Siamo preoccupati per gli altri. Al dormitorio ci sono anziani con più di 70 anni, alcuni anche con malattie gravi.
Qualcuno si metta la mano sul cuore e aiuti noi senzatetto”, è l’appello di Silvia.
Un futuro incerto il loro, ma, assicura Alessandro, “Silvia può essere certa che qualsiasi cosa succeda saremo sempre uniti”.
“Una promessa me l’ha fatta – ricorda la sposa – Visto che lui mi ha rubato il cuore, mi ha assicurato che lo custodirà con cura perché se prova a romperlo io muoio”.