“Ho bevuto dopo l’incidente per trovare il coraggio”.
Lunedì l’addio alla vittima, la diciannovenne Chiara Papini
Il luogo dell’investimento
Lecco, 23 maggio 2020 – “Non sono scappato, volevo farla finita”.
A sussurrarlo, con voce decisa per non cedere alle lacrime, è Samuele. M..
Il pirata della strada di 22 anni che mercoledì sera al volante della sua Renault Clio ha travolto e ucciso la 19enne Chiara Papini mentre attraversava la strada sulle strisce di via Papa Giovanni XXIII a Lecco.
“E non ero ubriaco, ho bevuto dopo, per trovare il coraggio di buttarmi nel torrente e ammazzarmi” confida inoltre, rompendo per qualche istante il mutismo in cui si è rinchiuso ormai da tre giorni.
“Quando ci ha telefonato per rivelarci quanto accaduto stava andando verso le pozze di Bonacina per gettarsi nel Caldone – prosegue per lui il padre Roberto, titolare di una autofficina –.
Abbiamo subito telefonato in questura per indicare dove si trovasse e gli agenti di Polizia lo hanno rintracciato e bloccato in tempo”.
“Quello che ha commesso è inqualificabile, non ammette giustificazioni, mio figlio pagherà sino all’ultimo, ma non è un criminale.
Non aveva bevuto, era uscito di casa perfettamente sobrio da una manciata di minuti e non è nemmeno fuggito, altrimenti sarebbe stato arrestato – aggiunge il genitore –.
Inizialmente ha accostato per sincerarsi che qualcuno avesse allertato i soccorritori, lo hanno confermato diversi testimoni.