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Caso Pedretti, Selvaggia Lucarelli rompe il silenzio 

Caso Pedretti, Selvaggia Lucarelli rompe il silenzio

Selvaggia Lucarelli Rompe il Silenzio sul Caso Pedretti:

Una Riflessione Approfondita sui Commenti dei Colleghi e l’Anonimato Online

Nelle ultime giornate, Selvaggia Lucarelli ha deciso di rompere il silenzio che la circondava in merito al caso del suicidio della ristoratrice Giovanna Pedretti.

 

Attraverso un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, Lucarelli ha esposto le sue opinioni riguardo alle critiche ricevute da vari personaggi, tra cui Candida Morvillo, Umberto Brindani, Concita De Gregorio e Aldo Cazzullo.

 

Nel contesto di una discussione più ampia sulla gestione delle notizie e della verità, Lucarelli ha esplorato diversi temi, da quelli legati all’uso dei social media al ruolo dei giornalisti e alle critiche personali.

 

Nell’articolo, Lucarelli ha espresso la sua gratitudine verso il mondo dei giornalisti che, nonostante le difficoltà del momento, l’hanno sostenuta con lezioni appassionanti su come gestire una notizia in modo responsabile. Ha sottolineato l’importanza di affrontare le notizie con sensibilità, evitando di provocare gogne sui social. Ha anche evidenziato il ruolo dei social media come diari segreti dei direttori dei quotidiani nazionali, in cui si mescolano articoli online e commenti aperti ai milioni di follower.

 

La giornalista ha preso di mira Candida Morvillo, definendola una “boomer che fa il giro dei salotti TV”. Lucarelli ha ironizzato sul fatto che Morvillo sembra recarsi in televisione per tacere, paragonandola a situazioni simili a quelle vissute da Andreotti con il famoso “Presidente? Presidente?”. Ha sottolineato la sua avversione per il coinvolgimento dei cuochi nel giornalismo, evidenziando un dibattito con Simona Izzo su Del Debbio.

 

Umberto Brindani, definito il “maestro di giornalismo”, è stato criticato da Lucarelli per averla accusata senza diritto di replica di essere una pericolosa hacker. Lucarelli ha atteso ancora le scuse promesse da Brindani. Massimo Giannini è stato citato per aver ritenuto il suo stile giornalistico troppo ruvido, e Lucarelli ha ironizzato sulla proposta di lavoro ricevuta dalla Stampa, suggerendo che Giannini potesse aver bevuto uno scotch molto ruvido.

 

Concita De Gregorio ha ricevuto le critiche più aspre, con Lucarelli che la accusa di ritenere che un’inchiesta debba durare anni per essere considerata giornalismo. Lucarelli ha ironizzato sulla necessità di far macerare le inchieste come le bucce d’uva e ha evidenziato la sua posizione su influencer e inchieste personalizzate.

 

Successivamente, Lucarelli ha affrontato la critica di Federico Ruffo su Rai Radio 1, che ha discusso delle sue responsabilità senza menzionare il collega della Rai che intervistò la signora Pedretti. Andrea Ruggieri del Riformista è stato citato per aver dichiarato che Lucarelli è una ragazza simpatica, ma giornalisticamente orientata verso argomenti leggeri. L’opinione di bar dello sport è stata contrapposta a quella di Tommaso Cerno, evidenziando una discussione su proporzionalità e leggi della stampa.

Infine, Aldo Cazzullo è stato menzionato per il suo punto di vista sull’anonimato online come il principale problema. Lucarelli ha informato Cazzullo che i commenti sotto i post accusatori sulla pagina Fb del Corriere sono tutti di utenti con nome e cognome, sottolineando l’importanza di affrontare l’odio online anche quando non è celato dall’anonimato.

 

In conclusione, Selvaggia Lucarelli ha fornito una panoramica approfondita delle critiche ricevute da vari colleghi nel contesto del caso Pedretti, riflettendo su temi più ampi legati al giornalismo, ai social media e all’odio online. La sua riflessione si è estesa a considerazioni sulla responsabilità dei giornalisti nel gestire le notizie in modo equo e sensibile.