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Abbraccia il figlio dopo 4 mesi. Multa di 400 euro alla mamma

L’educatrice è intervenuta pretendendo il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine.

Dopo aver cercato di impedire il contatto tra mamma e figlio ha chiamato l’Arma.

L’educatrice è in forze ad una cooperativa, che ha in custodia il momento degli incontri protetti tra la mamma e il figlio, dato in affido ad una famiglia della zona.

Si tratta della Dimora d’Abramo, coop già assurta agli onori della cronaca per aver mandato alcuni clandestini richiedenti asilo alla Festa dell’Unità come lavapiatti.

Ufficialmente non ha rilasciato dichiarazioni, salvo confermare l’episodio e trincerarsi dietro la formale legittimità della sanzione.

La donna, infatti, è vero che è sua madre, ma pur essendo congiunta non vive con il bambino.

Quindi, per la legge viene trattata come una perfetta estranea.

Legittimo, ma non eticamente accettabile: «Ciò che più mi indigna ,prosegue amareggiata la Fangareggi.

È constatare come sia più importante una più che discutibile premura di tipo sanitario al favorire l’affetto tra una madre e un figlio in una situazione di grande sofferenza e privazione protrattasi nel tempo.

Che cosa è più importante?

Tutelare il bambino da un remoto rischio di contrarre il Covid, che secondo la scienza è bassissimo, quasi inesistente o favorire il rapporto tra una mamma e il suo bambino?».

Da una parte la legge, dall’altra il buon senso, leggere le situazioni e guardare quale sia il bene più grande in quel momento.

Ha prevalso l’applicazione ferrea di una normativa assurda e una mamma in condizioni difficili è stata ulteriormente ferita.

Nel nome dell’educazione pandemicamente corretta.

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